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Inviato da avatar Claudio Cereda il 31-12-2008 alle 17:29 Leggi/Nascondi

TEMPO DI BILANCI: SI PUO' CAMBIARE OPINIONE E CONTINUARE AD ESSERE SE STESSI?  

caro Guido,

prendo spunto dal tuo intervento del 30/12 e provo ad allargare: io non ho mollato. Ho cambiato opinione su certe cose, questo sì. Per esempio, nonostante il mio rapporto con il leninismo sia stato troppo profondo per essere rimosso, da molti anni non mi reputo più comunista. Il comunismo era una ipotesi politica ed ha fallito sul piano storico; dunque non può e non deve essere riproposto anche se magari ci fa vibrare dentro: abbiamo cuore ma anche testa.

1) quando ho smesso di fare militanza rivoluzionaria (eravamo nel 77) mi sono iscritto al PCI (ho dovuto fare l'esame avendo scelto di entrare dal basso). Ero stato un dirigente nazionale e dunque mi hanno fatto scrivere il curriculum. La cosa bella è che ad esaminarmi, per conto della commissione centrale di controllo, c'era gente che poi è rimasta impigliata in mani pulite.

Già da allora mi sono reso conto della stranezza di questo mondo politico: se avessi fatto scelte diverse sarei entrato dal Comitato Centrale, ma essendo passato dalla sezione, mi hanno fatto l'esame finestra. Sono cose che mi hanno lasciato permanentemente disincantato verso la politca. 

D'altra parte avevo scelto di smettere di parlare a 20 mila persone alla volta essendo esperto di nulla e di incominciare a parlare a 20 persone alla volta sapendo di cosa parlavo. Così ho fatto il docente sul serio e ora ho centinaia di laureati che mi ricordano con piacere (e ci scriviamo).

In quegli anni ho fatto il giornalino della sinistra di Villasanta dove sono nato e dove ho continuato a vivere ai tempi della grande politica e anche dopo. Qui ho le mie radici

Negli anni del terrorismo e del movimento del 77 ho fatto una battaglia dura a scuola di educazione alla legalità e inorridivo a sentire i nostri ex compagni di DP affermare che bisognava essere "nè con lo stato nè con le br".

2) Non ho fatto grandi cambiamenti se per non l'accentuarsi di un atteggiamento pragmatico e riformista: c'è un problema, cosa si può fare per risolverlo? 

Scandalo degli scandali: in piena tangentopoli ho tentato di fare un gruppo unico PCI-PSI a Villasanta. I nostri socialisti erano bravi, onesti e riformisti. Mi è andata male perché, arrivati al dunque, il gruppo PCI di cui ero capogruppo si è spaccato e il "richiamo della giungla" ha avuto il sopravvento. La rottura del 1921 all'interno del M.O. italiano non avrà mai fine. Alla fine degli anni 90 mi sono iscritto allo SDI e tutti insieme abbiamo poi aderito al PD.

3) In questi ultimi anni ho dato una mano dall'esterno alla amministrazione di centro sinistra (e mia moglie è assessore ai servizi sociali, con molti mal di pancia perché anche il nostro piccolo mondo è pieno di piccoli maneggioni e grandi dilapidatori di risorse). E più uno dilapida e più è considerato bravo.

Mi sono iscritto al PD insieme a tutta la sezione dello SDI. Eravamo una sezione di paese e dunque la cosa non ha fatto notizia (neanche un posto nel direttivo provinciale) perché il PD è PCI+DC+portatori d'acqua.  Anche qui guardo le cose con disincanto e mi viene da ridere (o da piangere) a guardare la povertà della politica.

4) Rimane la scuola: sono contento di esserci ritornato nel 77. Dovevo restarci solo qualche mese in attesa di disintossicarmi dal Quotidiano dei Lavoratori e, grazie allo studio, alla passione e a Geymonat, sono ancora lì a ragionare di educazione, rinnovamento, riforme, formazione, razionalità in un mondo povero, ma bello; bello perché povero. Farò gli ultimi 3 o 4 anni da dirigente scolastico misurandomi (per la prima volta) con responsabilità di progetto. Sono in un grosso ITIS e dunque il progetto più grande (già per quest'anno) ce l'ho con Confindustria: portare la scuola in azienda.

Buon 2008 a tutti: oggi si fanno i bilanci.

Claudio

 

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