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Inviato da avatar Giorgio Calsamiglia il 09-01-2009 alle 22:00 Leggi/Nascondi

Tre riflessioni:
- Secondo me, la lotta alla selezione meritocratica faceva innanzitutto parte di un discorso più generale di lotta alla riduzione delle disuguaglianze, dentro una visione fin troppo egualitaristica della futura società che auspicavamo. In effetti, l'eccesso di "garantismo egualitarista" e le idee antimeritocratiche hanno prodotto, nei decenni seguenti (penso soprattutto a certe battaglie sindacali, in particolare nella scuola) grandi appiattimenti e finito per legittimare ingiustificabili opportunismi, primo fra tutti il fancazzismo.
- Detto questo, è innegabile che chi decide ciò che è meritevole e chi è meritevole non è mai una istanza super-partes (se mai potesse esistere), ma è sempre un'istanza di potere. Gli esempi sono ovunque anche oggi, e quello più eclatante è il partito-azienda, modello per eccellenza di come fanno carriera solo i più ossequiosi al Gran Capo (nella sinistra è un po' diverso, ma non moltissimo). La lotta alla selezione meritocratica era dunque fondamentalmente una lotta contro il potere, nel senso di una lotta ad uno degli strumenti materiali e ideologici per giustificare, mantenere e riprodurre lo status quo, come dici anche tu. Perciò avrebbe probabilmente dovuto essere portata avanti come uno degli aspetti della lotta per la democratizzazione delle strutture universitarie, contro le baronie, ecc, che non siamo quasi mai riusciti a fare, forse anche perchè noi stessi la consideravamo becero riformismo.
- D'altra parte, per essere una lotta antimeritocratica nel senso lotta al potere, essa avrebbe dovuto rivendicare anche criteri diversi nella attribuzione dei meriti, ma quali? Non certo esami collettivi con decisioni assembleari sui chi meritasse di più o di meno!  Del resto, se fossero veramente i più meritevoli e preparati ad accedere alle docenze universitarie, mi parrebbe ovvio e giusto attribuire loro la responsabilità di valutare, ovviamente con meccanismi trasparenti. Probabilmente occorreva cercare di diminuire in qualche modo la discrezionalità dei docenti nel giudicare, e forse rivendicare una consistente riduzione del ventaglio dei voti, ma non ne sono molto sicuro....
Rimane il fatto, e siamo d'accordo, che, malgrado l'enfasi che mettevamo sulla lotta alla meritocrazia, le battaglie più importanti che abbiamo fatto sono state quelle per dare più opportunità di studio a chi ne aveva di meno. E questo "merito" non ce lo toglie nessuno.

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