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Inviato da avatar Vittorio Sforza il 14-12-2008 alle 17:55 Leggi/Nascondi

Chimica prima della fine del 1969 era un posto “difficile” dove la componente conservatrice degli studenti era molto forte e condizionante. Ciò non toglie che anche a chimica il vento del ’68 sia in qualche modo entrato innescando una fase di assemblee e, nel marzo del ’68, anche un periodo di sospensione delle lezioni (o forse una breve occupazione) per permettere il lavoro a “commissioni di studio” su diversi temi (“Scuola e società”; “Diritto allo studio”; “Didattica e piano studi”; Potere studentesco). Di tutto ciò io ho solo vaghi ricordi, non solo per i tanti anni passati ma soprattutto perché come molti, in quel periodo ero ai margini, praticamente un osservatore. Ero infatti al 2° anno, chimica era ancora nel vecchio edificio di via Saldini e i giochi erano condotti sostanzialmente dai “grandi”. Di questi ricordo il nome di Mario Agostinelli che poi diventerà un importante figura della sinistra sindacale della CGIL. Ma accanto a questi con un ruolo più marginale, c’erano altre persone più giovani alcune delle quali costituiranno poi il grosso di quello che sarà il gruppo dirigente del movimento che stava nascendo. Tra questi ricordo Peppino D’alfonso, Tiziana Beringhelli (che poi diventerà sua moglie) Giovanna Moruzzi (che poi sposerà Michele Randazzo), Renato Cozzi, Linda Panzeri (una persona straordinaria e una carissima amica che ci ha lasciati in circostanze tragiche,intorno alla metà degli anni ’70), Guido Banditelli (che presiederà poi l’assemblea degli studenti di chimica), Carlo marchesini.

Una cosa di cui sono certo è che tra il 1968 e la prima parte del 1969 l’effetto condizionante della “destra studentesca” a chimica era tale che anche il solo parlare di partecipare all’assemblea generale di scienze, accettandone l’autorità e le decisioni, era impossibile. Fisica era vista come un covo di comunisti e di maoisti e da da qui il fatto che fino all’autunno del 1969 (quando confluimmo nell’assemblea generale di scienze e quindi nel MS di scienze) Il movimento di chimica rimase “autonomo”.

Con l’anno accademico 1968-1969 le cose per noi a chimica iniziarono a migliorare e, complice anche il trasferimento nei nuovi istituti di via Venezian il movimento divenne più attivo e più organizzato. Nell’inverno del 1968 chimica fu occupata e l’occupazione durò a lungo e se ricordo bene fini solo con la fine del gennaio 1969. da questa lunga occupazione il movimento uscì più forte e soprattutto ottenne l’agibilità politica totale del nuovo istituto con tanto di segreteria, ciclostile, matrici e carta fornite dall’istituto di chimica. Questo risultato peraltro era stato reso possibile dalla disponibilità del Prof. Scatturin che di fatto ci concesse (a nome del dipartimento però) i locali dell’interrato dell’istituto di Strutturistica.

In questo periodo alle persone sopra citate che ora erano gli “anziani del movimento” si affiancarono quelli più giovani che come me erano stati fino ad allora i margini. Oltre a me c’era Pepè, Sandro Mola (che poi a differenza della maggioranza di noi entrò nel MS della statale), Rubino, Marco Tartari, Roberto Colle (ora dirigente alla         ) Edy Cesarotti (con cui poi ho convissuto per almeno tre anni in una specie di mansarda al 6° piano senza ascensore in via Della Sila), Gianmaria Zanderighi, Carlo Fiorentini, Beppe Riva (ora dirigente in Federchimica), Mario Trinchieri (ora dirigente alla Arpa sud Milano) e Pietro Italiano. Quest’ultimo proveniva (o forse era ancora della) dalla FGCI, conosceva Marx e Marcuse (ai tempi tra noi era un “caso raro”) ed era attivissimo e pieno di iniziative. Di fatto per un certo periodo fu lui a dirigere il movimento. Mi ricordo che era così ricco di idee e iniziative che ad un certo punto a dato vita praticamente da solo ad un periodico degli studenti di chimica, sulla filosofia della scienza che aveva chiamato “Prassi” (ovviamente poiché praticamente questo periodico si reggeva solo su di lui, ebbe vita breve).

Un’altra delle cose diciamo divertenti o originali che ricordo di quell’occupazione è che c’era uno di noi (Angelo Gatti) che con una specie di “corte dei miracoli” di suoi amici (non di chimica) aveva preso possesso di un’intera ala della nuova sede in via Venezian (credo di chimico-fisica ma non  ne sono sicuro) e, con questi ha li alloggiato per tutta la durata dell’occupazione. Era una situazione buffa ma per molti versi comprensibile. Erano al caldo in locali nuovi, spaziosi, numerosi e luminosi; avevano luce e gas a volontà; avevano bagni e docce; avevano pure il telefono!! Direi una situazione perfetta per una “comune” e loro infatti si consideravano una comune. Molti di questi pi entrarono con noi in Avanguardia Operaia.

Con la primavera del 1969 le cose nel movimento presero a cambiare con una certa velocità. Io e altri di quelli che sopra ho citato spinti anche dalla Giovanna Moruzzi (che era già fidanzata con Michele) iniziammo ad incontrare persone di AO. Io poi allora alloggiavo alla casa dello studente in viale Romagna e li incontravo tutte le posizioni politiche possibili. Piano piano il peso di Pietro Italiano  iniziò a scendere nel gruppo dirigente del movimento e di fatto i rapporti da tenere con quello che era il MS di scienze di allora divenne un tema di contrasto tra di noi. In particolare Pietro era contrario ad entrarvi perché dietro vi vedeva AO. Noi invece pur non essendo ancora entrati in AO (ma Carlo Fiorentini si) eravamo favorevoli. Anche Sandro Mola era contrario per gli stessi motivi di Pietro, ma lui però propendeva per il MS della Statale. A questo fattore conflittuale si univa anche il fatto che mentre noi eravamo favorevoli allo sviluppo di una linea che sposava il tema dell’unità operai-studenti, Pietro, contrario, contrapponeva una linea tutta “studentesca”. Risultato di tale dibattito fu che Pietro si allontanò da noi isolandosi anche rispetto a tutto il movimento.

Più tardi la stessa cosa fece anche Beppe Riva (ma per altri motivi) e quando poi confluimmo nel MS Scienze anche Sandro Mola.

Nell’estate del 1969 io Pepè Marco Tartari, Roberto Colle (grande chitarrista e conoscitore di canzoni popolari) e Sandro Mola decidemmo di andare insieme in vacanza per una settimana a Montepulciano dove stava una nostra compagna di chimica (Gabriella) che allora aveva una relazione con Pepè. Formalmente andavamo li a Montepulciano insieme per studiare in “gruppo la teoria del partito in Lenin”. La Gabriella ci procurò come alloggio una specie di piedaterre di suoi amici che era proprio sulle mura della città. Il locale non aveva letti, non aveva cucina ma fu un a vacanza bellissima dove a dispetto del fatto che dormivamo per terra ci divertimmo tantissimo e non  studiammo per niente la teoria del partito. Nei miei ricordi è stata una vaanza magica che è passata come un lampo tra grandi discussioni e soprattutto grandi bevute.

Con il nuovo anno accademico le iscrizioni portarono a chimica molti diplomati di istituti tecnici e, tra questi anche Guido Morano e Rudy Fasani. La tendenza alla crescita delle iscrizioni dei periti, che era iniziata già nella seconda metà degli anni ’60, si era ulteriormente accentuata e i nuovi iscritti erano molto più spostai a sinistra rispetto al passato. Ora la parte conservatrice degli studenti di chimica era decisamente minoritaria e per cui in una assemblea convocata proprio allo scopo fu deciso di confluire nell’assemblea generale di scienze. E così fu.

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